Esercizi di geometria non euclidea
Questa volta abbiamo deciso di fare un’operazione un po’ diversa, infatti, il racconto che segue non è di uno dei nostri autori ma di un ‘aspirante tale’ di cui abbiamo letto il manoscritto che, naturalmente, ci è piaciuto, e che si è reso disponibile a donarci qualche racconto per la nostra Rubrica… Ora diteci la vostra opinione!
L’infinito, quello divenne il mio cruccio. Lo cercavo nei posti più stipati della casa. Sotto i letti, in mezzo alle lenzuola, ai piedi del pino. Più limitato era lo spazio più si faceva grande l’universo.
Credei di trovarlo un giorno, infilando la testa in un buco come uno struzzo. Al posto di una zolla di terra, però, mi ero scelto una di quelle vecchie lavatrici difettose che funziona a forza di calci, e che mio padre, steso come un meccanico sotto la carcassa di acciaio, teneva in vita ringhiando bestemmie con un cacciavite fra i denti.
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L’amore zitto (seconda parte)
Finalmente è venerdì e, come vi abbiamo promesso la scorsa settimana, questa che segue è la seconda parte del racconto di Sergio Saggese. La prima, pubblicata venerdì scorso, la potrete trovare e leggere qui.
Come nella vita reale anche nei racconti di Sergio ritroviamo amarezze e insoddisfazioni, talvolta disperazione, soprattutto destini per niente banali e coraggiosamente accettati.
Fu per questo che una volta qui, una volta nel Bihar, mi venne voglia di informarmi se era ancora viva, se la bella Mahima ancora sculettava. E magari incontrarla, incontrarla senza dirle chi ero e godere a ferirla dicendole che d’ora in avanti le sarebbe toccato camminare s’una terra dov’erano state piantate, proprio così’, piantate le ceneri di un uomo che l’aveva amata alla perdizione e che adesso non avrebbe smesso un istante di fissarle il culo.
Avrei detto apposta culo, anziché sedere, perché vivesse per sempre nel pudore, fino a sentirsi lo sguardo di Mohanish risalirle avidamente su per le cosce a ogni passo.
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L’amore zitto
Questa che segue è la prima parte del racconto che l’autore di Codamozza ci ha regalato (è il suo settimo racconto, gli altri li troverete tutti all’interno della rubrica Visioni mondaniche), che abbiamo voluto dividere per facilitarne la lettura e raddoppiare il godimento.
Segnatevi l’appuntamento per non perdervi la seconda parte che pubblicheremo il prossimo venerdì e buona lettura!
Fosse stato per mio padre sarei già morto da un pezzo.
- Published in blog, Collana Transfert, Sergio Saggese, Visioni Mondaniche
Terra dei fuochi? No, semplicemente non c’è più terra.
Sono cresciuto in un posto in cui essere veramente bambini vuol significare in qualche modo essere privilegiati. La scelta se bruciare la fanciullezza o restare legati ad essa per tutta la vita è condizione che subito si presenta.
Oggi è Terra dei Fuochi. Giusto per riempirla con qualcosa dopo averla svuotata e depredata per anni. Un’accezione ed una semplificazione che dovrebbero denotare qualcosa. Per molti è solo famiglia, odori nostalgici e ricordi di gioventù.
- Published in blog, Collana Transfert, Lorenzo Giroffi, Visioni Mondaniche
I.
Dicembre 2013.
Beverly Hills, ore 24.00
-Vai avanti tu, Jack.
-Fossi matto!
-Dài, cazzo che sarà solo qualche sorcio!
-Appunto, vai avanti tu che sei amante degli animali.
-Molto spiritoso.
-Accidenti a me che mi son fatto convincere!
-Tranquillo! T’ho detto. Non c’è nessuno, perdio! Saranno state le tarme! I proprietari sono via per le feste. Ripulire questa villa sarà una passeggiata!
- Published in blog, Sergio Saggese, Visioni Mondaniche
Una persona civile
Gennaro Chierchia ci regala un altro racconto per la nostra rubrica Visioni mondaniche. Vi auguriamo, come sempre, buona lettura e vi chiediamo: per voi chi è una persona civile?
Ho dormito coi barboni una notte, nella stazione centrale di Milano, mentre a una quindicina di metri al di sopra della mia testa un operaio ripuliva dalla fuliggine, dentro una maschera e una tuta bianca, le grandi volte di acciaio a difesa dei treni frecciarossa che, come siluri costosi, riposavano sui binari dopo avere fiancheggiato per ore la dorsale appenninica del Bel Paese a una media di 300 chilometri orari. Solo un sedile di ferro separava la vecchia conciata come una baldracca da me; emanava un fetore che non avrei sopportato a lungo se, magicamente, non fosse scomparso all’improvviso (o forse erano solo le mie narici che se n’erano presto assuefatte).
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Norme per l’accordatura delle nuvole
Eccoci qua al nostro appuntamento settimanale con la rubrica Visioni mondaniche che oggi ospiterà il quinto racconto che Sergio Saggese ci ha voluto regalare.
Il titolo crediamo sia perfetto per questa breve storia che viaggia sopra i tasti di un pianoforte. Vi consigliamo di leggerla in un momento di silenzio e siamo sicuri che vi farà sognare…
… mi sono innamorata di un altro.
Poteva mai esistere adesso al mondo una frase più triste di quella?
Beh, perché era stato proprio con quelle parole che sua moglie, prima di andarsene, gli aveva scaricato addosso tutta la malinconia dell’universo, con quel suo mi sono innamorata di un altro; come fosse stata la conclusione efferata, ecco, proprio così, efferata di un monologo intimo di lei, del quale lui non aveva udito che la parte più ingombrante, quella sbordatale dalle labbra.
- Published in Sergio Saggese, Visioni Mondaniche
Tecniche di separazione
Eccoci qua con un nuovo racconto di Gennaro Chierchia, il nostro infaticabile scrittore… buona lettura a tutti!
È arrivata per me la stagione dell’isolamento e nel contempo della conoscenza di me stesso. Per questo ho messo via gli amici e i vecchi amori. Ho pensato che gli altri vivano meglio senza di me e che io viva meglio senza di loro. Ho rifiutato inviti di matrimonio. Ho ignorato telefonate e messaggi. Ho inviato e-mail in cui non sono stato sincero. Ho fatto terra bruciata intorno a me. Ho visto i fuochi del pastificio Garofalo esplodere nel cielo stellato, creare stelle nuove subito morte, appoggiato al muro sul balcone di casa dei miei.
- Published in Gennaro Chierchia, Visioni Mondaniche
Quel giorno
Questo è il quarto racconto che Sergio Saggese, l’autore di Codamozza, scrive per la rubrica Visioni mondaniche. Non aggiungiamo nulla perché noi non abbiamo avuto bisogno di sapere nulla per riuscire ad emozionarci ancora una volta con la sua scrittura. A voi i racconti che amiamo…
È una diapositiva di quando stavamo al mare.
Quel giorno mi sono fatto scendere i tuoi capelli sulla testa.
Era l’estate del ’90. Scimmiottavamo come fanno in tanti scattandosi foto.
- Published in Sergio Saggese, Visioni Mondaniche
La Spiaggia
Guardando fuori sembra proprio che l’estate non ci sia mai stata, nebbia pioggia e freddo ci aspettano ogni mattina, ed è proprio per questo che abbiamo conservato questo racconto che Gennaro Chierchia ci ha regalato quando ancora il sole ci scaldava… per volare con la mente verso quei giorni di mare e di luce che non sono ancora così lontani.
Ti invitiamo a rilassarti immaginandoti di essere tu il protagonista e… buona lettura!
- Published in Collana Transfert, Gennaro Chierchia, narrativa, Visioni Mondaniche