In libreria il volume su Eduardo de Martino.

Meta-NapoliEduardo de Martino nacque nel 1838 a Meta (NA) e fu uno di quei personaggi che lasciano nella memoria collettiva un’immagine di sé piena di fascino e suggestioni. Le sue opere d’arte sono di una raffinatezza rara, capace di coniugare un’eccellente abilità tecnica e una sottile ricerca formale. Uomo di forte personalità e determinazione, frequentatore di corti e milizie, impegnato politicamente, sostenitore del diritto e della libertà, difensore del meridione d’Italia, ma anche artista romantico.

In questa rubrica che inauguriamo oggi vi vogliamo parlare dei suoi incontri con personaggi straordinari della storia locale e internazionale dell’Ottocento per approfondire la sua conoscenza e per seguirlo nei viaggi che lo portarono da Meta fino in Sudamerica e in Inghilterra.

Eduardo de Martino, come quasi tutti i bambini che abitavano in Penisola sorrentina,  all’età di 11 anni, fu iscritto dalla famiglia alla scuola nautica e questo segnò ufficialmente l’inizio della sua carriera in marina.

In Penisola sorrentina esistevano tre scuole nautiche, a Carotto, a Meta, e ad Alberi. Lo stabilimento di Meta era situato in via Cardienti, oggi Cristoforo Colombo, e tra i direttori compare Ferdinando Scarpati, questo è il primo incontro particolarmente interessante di Eduardo.

Ferdinando Scarpati al Museo Correale di Terranova di Mario RussoFerdinando Scarpati nacque in un’antica famiglia di capitani e armatori e fin da giovane fu un esperto navigante. Dal 1797 al 1798 fu professore di scienze nautiche a Palermo e nel 1800 assunse la carica di direttore della Scuola Nautica di Meta.
Quest’istituto aveva una reputazione eccellente e proprio per questo Eduardo e i suoi fratelli lo frequentarono.

Pare però che il nostro protagonista non si applicasse molto negli studi, forse perché sentiva il richiamo del mare quando andava a vela e a pesca o scrutava le varie sfumature delle acque per riprodurle nei suoi quadri. Già da bambino aveva evidenziato una certa inclinazione per il disegno e la pittura, capì di avere talento e così dedicò all’arte sempre più tempo, impegno e passione.
Intorno ai 17 anni Eduardo terminò i suoi studi e ottenne la qualifica di Guardiamarina, finalmente incomincia la sua avventura per mari sempre accompagnato da matite e pennelli fogli tavole e tele.

La prossima volta vi racconteremo del suo viaggio verso il Brasile e dell’incontro con l’Imperatore Pedro II.

Ci piacerebbe sapere se anche voi avete avuto da ragazzini un incontro speciale o la sensazione di conoscere già, come Eduardo, quello che avreste fatto da grandi, vi va di raccontarcelo?

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5 Responses

  1. Ci sono state sensazioni, quasi – passami il termine joyciano rivisitato – epifanie, ma non credo che allora sapessi veramente quanto sarebbero state importanti per me e il mio futuro. Solo oggi, ripensandoci con il senno di poi capisco che quei momenti speciali hanno innescato qualcosa in me che avrebbe plasmato la mia formazione. Due in particolare… le visite a casa di uno zio greco, che guardavo con tanta curiosità e ammirazione sia perché mi insegnava parole in un’altra lingua (mi regalò un dizionarietto e una piccola grammatica di greco moderno che ancora conservo gelosamente) sia perché proveniva da un paese di cui vedevo tante foto sul libro di storia. Nella mia mente mi trovavo davanti a un discendente di quei personaggi che studiavo e la cosa mi dava i brividi. Il secondo momento è stato quando accompagnai un amichetto a fare un giro nei campi arati dei sui nonni. Ci trovavamo a Sasso Marconi (BO) e la lucerna romana che trovai tra quelle zolle e che tenni per qualche istante tra le mie mani mi diede la certezza che quello sarebbe stato uno dei momenti più emozionanti della mia vita. Ed è rimasto tale anche oggi, dopo più di 30 anni.

    Firmato Roberta, Traduttrice dall’inglese all’italiano (ahimè ho abbandonato il greco) specializzata nel settore dei beni culturali

  2. Da piccola si certo volevo arrivare sino alle stelle, e per questo dialogavo in punta di piedi sul davanzale alla luna, un po’ misteriosa e silenziosa l’infanzia non poteva essere tradita, era l’unica via per non sapere di essere quella bambina ………incontri speciali si certo, gli alberi, le pietre, il mare, le manine nella terra, ore ed ore ad osservare le nuvole, i ricami delle farfalle, le mani di mia madre mentre lavorava il pane,le venature delle foglie, a seguire il percorso delle formiche a inseguire il mistero nel suo divenire…..un abbraccio cara Nadia, complimenti per la domanda

  3. Ciao Nadia, non ricordo incontri importanti nell’infanzia, ero troppo preso da mille futili cose che non meritano nemmeno di essere descritte. Cosa avrei voluto fare da grande? Il medico, il cartografo, lo scrittore, il programmatore, lo storico e, soprattutto, il filatelico. Insomma, tutto quello che purtroppo, per eccessiva prudenza e opportunismo, non ho fatto una volta diventato grande. Ma sono le nove di una splendida mattina estiva, mi trovo in un posto meraviglioso con Silvana AF Conversano e la mia vecchia vita sta cominciando a sbiadire. Insomma, ci sono tutte le premesse per realizzare alcune delle cose che avrei voluto fare da grande.

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