Verso la fine di The Wall


Giorgio Gaber diceva: Ecco, chi batte la testa contro il muro, ha la simpatia di tutti, ma si fa male. Se però, lo stesso individuo, con forza maggiore, ribatte la testa contro il muro, è cretino.

Io in tutti questi mesi un po’ cretino credo di esserlo diventato, ma ci siamo: mancano ormai pochi giorni alla chiusura della Mostra The Wall a Palazzo Belloni a Bologna e dal 7 maggio smetterò di ribattere la testa contro il muro.

Scherzi a parte, senza ombra di dubbio questa è stata la mostra più bella che abbiamo prodotto fino ad oggi.

È una mostra sicuramente complessa, da molti punti di vista, ma è un progetto di ampio respiro, di respiro Europeo, comunque internazionale. E questo è stato percepito da tutte quelle persone che sono venute a Bologna a vederla. È una soddisfazione incredibile quando le persone stanno dentro un’ora, un’ora e mezza, due ore e poi escono e ti ringraziano e ti fanno i complimenti perché hanno vissuto un’esperienza incredibile.

E non è vero che le persone non hanno voglia riflettere, anzi!

Questa è una mostra che ti pone delle domande, che ti lascia degli interrogativi e le persone quando sono stimolate su temi particolari anche imprevedibili come potrebbe essere quello del muro rispondono a loro volta in maniera imprevedibile.

E quindi ringrazio davvero tutto il pubblico che ci ha fatto visita e ci ha sostenuto in questa tappa bolognese di The Wall perché fare una mostra, almeno per noi, è un po’ come mettere in scena una rappresentazione teatrale e come nel teatro il pubblico è una parte fondamentale di questa esperienza collettiva.

E tanti sono stati anche gli attori che hanno calcato il palcoscenico della mostra che vanni ringraziati: il Muro innanzitutto, protagonista assoluto, ma in ordine di apparizione Arnaldo Pomodoro, Giuseppe Uncini, Mimmo Rotella, Lucio Fontana, Christo, i Pink Floyd, Gianbattista Piranesi, Gregory Dupond, Hitomi Sato e Matteo Pugliese.

Insomma, un cast davvero eccezionale, sapientemente messo insieme dall’autore, altrimenti detto curatore, che è il nostro Claudio Mazzanti.

Dietro ad un progetto così importante c’è ovviamente un mare di gente che ci ha lavorato e a cui sarò grato per sempre per l’impegno e l’entusiasmo con cui ognuno per le sue competenze ha realizzato un tassello di questo splendido risultato. Ovviamente non posso stare qui ad elencare tutti, ma se volete sapere chi c’è stato dietro le quinte vi rimando al corposo colophon della Mostra.

La mostra chiude quindi i battenti a Palazzo Belloni a Bologna il 6 maggio per cui, chi ancora non ce l’avesse fatta ha ancora qualche giorno di tempo per non perdersi questa mostra che è sicuramente un unicum fra tutti i progetti espositivi che ci sono in giro per l’Europa.

Abbiamo altri pochi giorni per conoscere il muro. Altri pochi giorni per riflettere insieme su cosa è il muro per noi.

 

Ascolta qui il podcast del video:

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