Personal branding. Valori, forza, visione

Qual è la nostra forza?

Quali sono i nostri punti di forza? Cioè quali sono le cose che di noi fanno la differenza, quelle cose che ci fanno uscire dalla massa?

Qual è quella spada che ci permette di combattere la fuori?

La fuori… adesso ovviamente, in questo momento il mondo del lavoro lo sappiamo tutti è una giungla, ed è veramente un combattimento farsi spazio all’interno del mondo del lavoro. E il nostro talento, la nostra forza, la nostra unicità in qualche modo è quella cosa che ci può far fare da apripista, ci può far fare largo all’interno di questa giungla, perché ognuno di noi sicuramente dei talenti unici e ha delle storie uniche da raccontare. Una cosa importante che secondo me dobbiamo cercare di mettere in luce, a volte anche con noi stessi, non necessariamente nei confronti del pubblico è: quali sono i nostri valori fondamentali. Ognuno di noi sotto quello che fa, ha dei principi e dei valori, e questi principi e questi valori in qualche modo si deve incastrare proprio come un puzzle, con tutto quello che facciamo, con le nostre passioni, con il nostro lavoro con il rapporto che abbiamo nei confronti delle persone con cui lavoriamo, con i rapporti che abbiamo nei confronti proprio del lavoro delle cose che facciamo. Un esempio: è inutile che ci mettiamo a parlare o raccontare di allestimenti museali, se poi il nostro sogno è quello di fare i grattacieli.

Chi è che vuole fare grattacieli in questa classe? Nessuno, ok. Quindi voi siete in linea con i vostri valori.

Ma c’è tanta gente invece che vorrebbe fare delle cose, sogna delle cose, ma poi se ne mette a fare altre, a raccontarne altre, e alla fine semplicemente non è credibile perché questo nella comunicazione traspare, traspare la coerenza fra quello che abbiamo dentro, tra quello che siamo e tra quello che ci sforziamo di raccontare. Come se un architetto che si mette a fare il palazzinaro però dentro di sé è uno che è attento alla sostenibilità, all’ambiente, all’equilibrio, alla biologia, quindi coerenza tra i valori e quello che raccontiamo. Per fare questo ovviamente dobbiamo avere una visione, avere una visione di noi stessi non è sempre una cosa facile, è sicuramente una cosa che ci si può arrivare. Ovviamente distaccandosi guardando la nostra realtà, guardando il nostro mondo dall’alto, estraniandoci un attimo dal contesto in cui viviamo, la visione è un po’ una mappa, no?

È un po’ la nostra mappa, la mappa che noi seguiamo tutti i giorni per arrivare a fare quelle cose che vogliamo fare, questa è una cosa molto importante perché è proprio quella cosa che noi nella nostra comunicazione del nostro brand, dobbiamo raccontare costantemente perché ovviamente non dobbiamo rubare le decisioni degli altri, è chiaro che ognuno di noi fa un mentore, no? Una persona di riferimento, voi avete un architetto di riferimento che seguite che vi piace, la cui idea, la cui visione in qualche modo l’avete sposata e avreste voluto fosse la vostra fin dall’inizio e questo è giusto ognuno di noi deve avere un mentore e un punto di riferimento, però un certo punto noi ci dobbiamo creare la nostra visione, nostra, ed è quella che tornando al discorso di prima ci rende unici e ci permette di raccontare al nostro pubblico qualcosa di unico. E sicuramente questa cosa qui è quella che fa la differenza, vi faccio un esempio sempre nel nostro settore se la vostra visione è quella di un architettura pulita, clean, leggera e la vostra idea è quella di fare delle mostre fatte in questa maniera, è inutile che andiamo a fare dopo delle mostre barocche, piene di roba, dove ci mettiamo qualsiasi cosa perché magari il cliente ce l’ha chiesto o sta andando di moda in quel momento; oppure al contrario se siamo fissati che la mostra deve essere impenetrabile, piena di roba, dove la gente deve uscire con la panza piena… ok facciamo quello non è importante, l’importante è essere coerenti con quella che è la propria visione, alla fine questo per certi versi alla gente non importa. Torniamo a quello che diceva lei prima: che a volte la mostra può non avere successo perché la mostra è brutta, non sempre così perché a volte dipende anche come la racconti, possiamo fare il paradosso che anche la mostra più brutta del mondo potrebbe fare 100.000 visitatori. Ovviamente non è così, perché a un certo punto di spargerebbe la voce che la mostra fa schifo, ok va bene questo per esagerare…

È per dire che comunque dobbiamo portare avanti con coerenza e convinzione nella comunicazione, io dico anche nella vita però poi dopo nella vita ognuno fa quello che gli pare, la nostra visione è il racconto di qual è la nostra visione che c’è sotto o intorno, o sopra, se vogliamo a quello che vogliamo fare.

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