Stazione omicidi. Vittima numero 1 | Vittima numero 2 di Massimo Lugli

Massimo-Lugli

Lo scrittore di thriller italiani più americano per ritmo e suspense, il giornalista di nera e romano Massimo Lugli, abbandona il suo primo personaggio il giornalista Corvino, che gli era valso una cinquina allo Strega ed inaugura un’altra serie “Stazione omicidi (Vittima n° 1 e 2, euro 9.90; Newton Compton)” che vede come protagonista l’ispettore della omicidi Bruno Pelizzi.

C’è sempre Roma che non cambia mai con il suo guano acido e la sua corruzione al centro del narrato: ora sono tutti alla caccia di una nuova gang che spinge una droga chimica chiamata Vertigo di cui le altre associazioni a delinquere capitoline – ex Magliana, vecchi spacciatori, gli zingari di Milo, – non sanno da chi sia composta. Solo Pelizzi che ha un nipote che si sta spegnendo per il suo abuso ha capito che il capoccia potrebbe essere il giovanissimo Flavio Gambari discendente di una schiatta di imprenditori edili. Sullo sfondo figure come Tonio e Giorgio Durante, il kalè Hernan, e tanti altri personaggi della mala romana.

A cercare di blindare la nuova gang che conta anche il marsigliese ex barbone Jean Luc, Vasile il rumeno, e Felipe il filippino anello di collegamento per la trasformazione di una potente amfetamina centroamericana, c’è il giornalista Maurizio Losa che però rispetto a Corbino è una figura secondaria e routinaria. Sullo sfondo c’è Roma che nessuna Virginia Raggi potrà cambiare, ma forse personaggi come il Prudente, cassazione criminale di assetti molto precari.

Lugli continua le sue trame appassionando il lettore con un ritmo narrativo mai banale, lingua pulita e con uno sguardo odierno su quella che è diventata l’altra parte de “La grande bellezza”.

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