Camera single di Chiara Sfregola

Chiara-Sfregola

 

Mi chiama una cara amica che fa l’addetto stampa per una casa editrice: la stimo perché fa bene il suo lavoro ed è genuinamente cortese. “Vincenzo mi dai un’occhiata a questo libro? , tu sei curioso, fammi sapere!”. Mi trovo quindi a leggere “Camera single (pagg. 354, euro 14.90)” dell’esordiente 29enne Chiara Sfregola che mi appare subito come una scrittura in corso per capire un microcosmo a me sconosciuto come quello dell’ambiente lesbico di una Roma rarefatta e borghese.

C’è Linda che lavora presso le edizioni cinematografiche Astoria e che vive con Margherita al Pigneto unendo amore e bohemiene. Poi all’improvviso il ‘non ti amo più’ della partner la risbatte nella singlitudine, mettendola in crisi più di quanto possa esserlo una ragazza precaria di vita e lavoro odierna e sotto i trent’anni.

Linda riprende la sua ricerca di affetto e di comprensione in un panorama sociale dove “nessuno sta bene” e dove il ritmo di vita è frenetico, ma si resta sempre allo stesso punto: Roma, oggi è così, una città senza centro e senza un’identità condivisa come la San Francisco di “L’estate addosso” di Gabriele Muccino. Persa tra feste di benvenuto e nuovi amici eterosessuali – il musicista Michele e la sua vecchia coinquilina Annalisa, Linda ricerca un nuovo posto fisico per ingannare la sua precarietà di vita.

La Sfregola non scrive male ed ha anche un buon senso del ritmo narrativo ma forse eccede in citazioni. Consiglio il libro anche per ragioni antropologiche: noi viviamo questa nuova realtà di essere soli con le nostre precarie e labili identità. Figlie della crisi economica e social.

Amaro in fundo: meglio la borghese neorealista 2.0 Linda che “L’estate addosso” di Muccino. Più autentica, e di questi tempi è già qualcosa.

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