Il fattore X | di Andrea Temporelli

Qualche giorno fa ci è arrivato via posta l’ultimo numero di Atelier Trimestrale di poesia, narrativa e teatro e, a parte il fatto che è sempre un piacere riceverlo, abbiamo trovato molto interessante l’editoriale di Andrea Temporelli che vi riproponiamo in questa sede sperando che vi stimoli commenti e riflessioni, naturalmente arriveranno anche le nostre!

 

Bene che mi vada sembro Gina Lollobrigida
evocato a sproposito per testimoniare un’epoca.

Pietro Taricone

 

Atelier numero 71 trimestrale di poesia narrativa e teatro

Se non siete stati informati per tempo, sappiate che è da poco scaduto il termine ultimo per mandare la vostra adesione a Masterpiece, il nuovo talent show della Rai (nello specifico, si tratta di Rai 3, com’era preventivabile) che proporrà la sfida tra aspiranti scrittori ancora inediti. Il premio sarà, giustappunto, la pubblicazione del romanzo del vincitore nientepopodimeno che con la casa editrice Bompiani. L’immagine di copertina sul sito è già un manifesto: scrivania occupata da matite e agendina, ma non in disordine, dominata dalla figura di un giovane (mica brutto, ovviamente), con camicia a maniche piegate, che batte i tasti di una macchina da scrivere. Sullo sfondo, una vecchia radio a manopole. Cappellino e sigaretta accesa, con una scia di fumo poco credibile, completano l’immagine molto americana da giornalista d’assalto anni Cinquanta, pronto a mordere la realtà del proprio tempo, giacché, si sa, basta arrivare con pochi minuti di ritardo per restare fuori dalla storia. Si sottintende un’immagine vissuta, eroica, vagamente maledetta dello scrittore, appena raddrizzata dalla gioventù dalla faccia pulita (ma “tosta”) di cui si offre il profilo. Manca solo il bicchiere con whisky e ghiaccio.

Sarebbe troppo facile accostarci a questa proposta con il sussiego degli intellettuali e liquidarla immediatamente, benché, personalmente, il mio pregiudizio su tutto ciò sia pressappoco apocalittico. La commistione fra cultura e spettacolo, e gli approcci della televisione al mondo del libro, sono ormai un dato acclarato della nostra epoca. Bando allo stupore, dunque. Ma qualche noiosa curiosità si impone: avrà successo o si chiuderà dopo una sola settimana? Riuscirà, malgrado tutto, a offrire qualche spunto intelligente? E il romanzo del vincitore sarà bello o quantomeno decente? Starete a vedere, se siete interessati. Del resto, considerata la pletora di aspiranti scrittori, lo show potrebbe anche ottenere successo e promuovere qualche chiacchiera incidentalmente letteraria.

Quello che continua a pungere il sottoscritto, però, è la pervicace, perversa e perturbante volontà di sottomettere l’opera al suo autore, inteso propriamente come personaggio, ancora meglio se mediaticamente costruibile e manipolabile.

Sono andato quindi a leggermi le domande previste dal form di adesione: Descrivi la tua famiglia — Che lavoro fai? E quali lavori hai svolto nella tua vita? — Che studi hai fatto? — Quali sono i tuoi 5 scrittori preferiti? — Quali sono i tuoi 5 libri preferiti? — Quali sono i tuoi 5 film preferiti? — Qual è la tua musica preferita? — Pratichi uno sport? Quale? — Hai un hobby? Quale? — Il tuo peggior difetto e il tuo miglior pregio? — Qual è l’esperienza più importante della tua vita? — Come ti immagini tra 10 anni? — Qual è il tuo più grande rimorso e perché? Quali sono le tue paure?

Adoro simili batterie di domande. Finiscono sempre per sembrarmi geniali, nella loro palese banalità. Prendetemi in parola, non sono affatto ironico. Controllate la mia biografia: curerei intere collane promuovendo sondaggi di tal fatta.

Non c’è dunque una morale, di fronte all’evento imminente. Siamo soltanto ferocemente rassegnati.

Ci punge, alla fine, solo una certezza: la partita per l’opera si gioca indiscutibilmente altrove. Sbattetevi e fatevi sbattere finché volete dai tiranni della nostra mediocrazia teledipendente, o fermatevi a ogni lampione per suonare la vostra musica, tanto, se non avete il fattore X, e non l’avete coltivato con disciplina nella più profonda solitudine, fino a raggiungere la pace perfetta, il vostro nome diventerà al più una sbiadita didascalia al nulla incastonato nel minuto di gloria che vi verrà concesso. E in tale prospettiva, naturalmente, sia benedetta la mia stessa cenere.

Ma ricordatevi: non coltivate — mai — le parole nella vostra ombra, perché un giorno esse si sveglieranno e vi chiederanno ragione di tutto.

 

Andrea Temporelli

© Tutti i diritti riservati. Atelier

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2 Responses

  1. Forse siamo alla disperata ricerca di esempi di letterati la cui vita imiti l’arte più di quanto l’arte non ne imiti la vita…abbiamo bisogno di credere che esistano ancora. Non sono sicura però che li troveremo con un questionario e un talent show …

  2. Non tolgo e non aggiungo nulla… sarebbe preferibile un parco giurassico, dove tutti andavano senza sapere dove andare… la stessa cosa tracima qui, con la differenza che noi, nella nostra presunzione sappiamo dove andare… ma se ce lo chiediamo, nessuno sarà in grado di rispondere sein leben lang.
    Con i più cordiali saluti
    Marina

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