L'amore ai tempi della prostata di Maurizio Sorrentino

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Il primo Maurizio SorrentinoNessuno vede il mio pianto (edizioni Creativa)” è datato al 2011 e ci aveva consegnato un narratore di romanzi storici alla Marquez in salsa napoletana ed intimista.

Ora il 54enne autore costiero di origini stabiesi ritorna con un divertissement come “L’Amore ai tempi della Prostata (pagg. 168, euro 13; Solfanelli editore)”, emulando nel titolo il suo narratore preferito, ma consegnandoci una storia familiare dei giorni nostri che è scritta benissimo e fa tanto sorridere.

Fermo è un medico di famiglia che ha un ménage familiare ordinario: la moglie Iole severa e puntigliosa fa l’avvocato matrimonialista. Hanno due figli, Amato e Gaia, che cercano con caratteri diversi il loro posto nel mondo. Questo siparietto borghese implode e Iole – siamo nel 2012 – lascia con le pive nel sacco il medico che è uno di quegli uomini che da solo non riesce a stare, e non solo per le incombenze familiari.

Iole gli rimprovera una mancanza di azione ed un temporeggiare che sfocia a volte in un cattivo carattere. Un tentativo di riappacificazione va a carte quarantotto e Fermo decide di rifarsi una vita scoprendo – oltre ad un’ipertrofia prostatica – anche di potere stare bene al mondo senza starci veramente.

Il reincontro con Iole su una nave  da crociera dove ora fa il medico di bordo e gli sviluppi lo lasciamo al lettore divertito.

Di Sorrentino possiamo ora dire che è uno scrittore fatto e finito per equilibrio dell’espressione linguistica e per avere saputo trattare  generi diversissimi. Sul piano della struttura è divertente il modo di intitolare i capitoletti-capoversi della storia con brocardi latini che fa molto Annales dei giorni nostri.

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