Antonio-Manzini

L’ultimo Antonio Manzini – “7-7-2007 (pagg. 386, euro 14; Sellerio editore)” – ci riporta le indagini e le avventure grigie del vicequestore Rocco Schiavone l’anti-Montalbano anche se della stessa scuderia editoriale siciliana. In questo ultimo giallo Schiavone viene sballottato tra Aosta e Roma sia fisicamente che in un pingpong del ricordo.

Ai ferri corti con gli inquirenti di Aosta, Schiavone è costretto a rimestare nel suo passato romano integralmente: dalle origini trasteverine con gli amici di merende Sebastiano, Furio e Brizio, alla sua pietra angolare che lo salvò dal torpore dell’inverno: la restauratrice Marina, sua moglie.

In questo amarcord assume rilievo la data in epigrafe al testo: marmorea come il suo significato drammatico. Legalità e vendetta privata si fondono come il personaggio Schiavone metà bandito e metà sbirro. Perché piace questo personaggio anche al creatore di Montalbano, nonché a centinaia di migliaia di lettori? Forse perché è più credibile di Salvo Montalbano: più reale e verosimile. Insomma: umano.

C’è poi lo scrittore Manzini che sa alternare queste screziature comportamentali del personaggio così come la sua lingua: greve, poetica e colta. Perché come insegna il Padre di tutti – Andrea Camilleri – anche la parola grassa ha suo senso e la sua necessità.

Categories:

No responses yet

Lascia un commento